Settembre prezioso, è tempo di vendemmia. In tutta l’isola gli addetti ai lavori sono all’opera da fine agosto e secondo le previsioni di Assoenologi regionale elaborati da Coldiretti Sardegna, si stima una produzione di circa 472mila ettolitri di vino rispetto ai 363mila dello scorso anno. La Sardegna vanta infatti, la presenza di circa 150 vigneti autoctoni con una produzione di vini eccellenti su tutto il territorio. La varietà di microclimi e terreni garantisce una grande varietà di uve. In Sardegna queste caratteristiche cambiano da Nord a Sud e dal centro verso la costa in modo repentino. Cambia l’esposizione, il vento, la piovosità, ma cambiano anche i terreni, il substrato da cui prendono nutrimento e forza le uve. Per dare un po’ di numeri basti pensare che il settore conta circa 38mila aziende agricole con una superficie vitata è di oltre 27mila ettari e un fatturato di circa 150milioni di euro l’anno. La Sardegna produce 18 vini marchiati Doc, 15 Igt e una sola Docg.
Re indiscusso (7.400 ettari di vigneti) è il Cannonau nominato vitigno più antico del mediterraneo, grazie ai ritrovamenti di vinaccioli di questa vite a Borore nel sito Archelogico Duos Nuraghes. Ma se vogliamo dare una storia a i nostri vini oltre al Cannonau di origine fenicia e coltivato in epoca Nuragica, da fonti storiche durante il periodo romano si coltivava a Tharros la Vernaccia (per i romani Vino Vernacula) e durante il periodo bizantino le attività vitivinicole proseguirono attorno ai monasteri dei monaci basiliani di rito greco con la probabile introduzione della Malvasia. Più vicina nel tempo ai giorni nostri è la fondazione da parte dei piemontesi della cantina Sella e Mosca nel territorio di Alghero. Ma questi sono solo alcuni dei vini più noti e questa bevanda doveva essere assai apprezzata in passato (come oggi del resto!), si pensi che durante il periodo giudicale dopo il Medioevo, la famosa Carta Delogu una raccolta di leggi creata da Eleonora d’Arborea, prevedeva il divieto di tenere i vigneti mal coltivati.
E dalle nostre parti? possiamo non parlare del Carignano? Anche questo come il Cannonau pare abbia un’origine molto antica, il ritrovamento di vinaccioli nei siti archeologici fanno pensare che anche questa vite sia stata portata dai fenici, altri invece ritengono sia stata importata durante la dominazione aragonese, nel territorio molti infatti continuano a chiamare quest’uva Axina de Spagna. È una pianta molto resistente che cresce su terreni aridi spesso direttamente sul mare e quindi fortemente battuti dal vento di maestrale e dalla salsedine, ma questo ne caratterizza la robustezza e il sapore pieno e ben strutturato. Ha un bel colore rubino scuro tendente al granato che raccoglie tutta la sua forza con un bouquet di profumi ricchissimo e intenso di prugna cotta, frutta secca e marasche. Le cantine che producono Carignano nel territorio del Sulcis sono sette tra cui Mesa e Cantina Santadi che avrete sicuramente sorseggiato se siete nostri clienti perché ci piace accompagnare le nostre pietanze con i vini della nostra terra.
La visita delle cantine locali può essere un ottima alternativa alla spiaggia, piacevole per il palato e per la mente perché come disse Louis Pasteur…“Una bottiglia di vino contiene più filosofia di tutti i libri del mondo”.
Ringraziamo la Cantina di Santadi per il bellissimo scatto sul mare.