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Porto Pino, e la sua natura incontaminata

I nostri consigli di viaggio oggi vi portano a Porto Pino, lungo la costa sud-occidentale della Sardegna attraverso percorsi di hiking tra fenicotteri rosa, dune sabbiose e il profumo aspro della vegetazione costiera. Una passeggiata non montana, ma altrettanto affascinante e che potrete concludere sulla spiaggia. Uno spettacolare litorale contornato dagli stagni di Maestrale, Porto Pino, Brebeis e Foxi, dove gli eleganti fenicotteri resteranno in bella posa in attesa di una foto.  Le leggi che tutelano le aree umide e la spesso discussa presenza del Poligono di Tiro Permanente di Teulada, hanno fatto in modo che questo lembo di Sardegna sopravvivesse alle speculazioni edilizie tipiche delle zone costiere. Qui il tempo si è fermato: la vegetazione e la fauna sono ancora le regine indiscusse del territorio. Se è vero che gli specchi d’acqua si colorano di rosso perché la Salicornia, pianta dalle numerose proprietà nutrizionali, ha colonizzato gli stagni, va riconosciuto che il “Re” indiscusso è il Pino d’Aleppo, specie vegetale responsabile del nome della località, un tempo chiamata anche Phoenus Portus  (Porto fenicio). Fu proprio lui, il Pino d’Aleppo ad attrarre i Fenici in queste coste intorno all’VIII secolo. Qui fondarono una città e si dedicarono all’estrazione dell’ arenaria presente su buona parte della costa. I fenici grandi navigatori compresero la validità di questa specie arborea, il cui legno resistente alla salsedine e al vento è ottimo per la costruzione delle barche. Dai pini ricavavano inoltre il tannino per colorare le reti da pesca, e la resina veniva utilizzata per medicine e profumi. Insomma un albero utile che da allora resiste ai secoli e al vasto utilizzo. 

Altra specie molto importante è il ginepro coccolone, (non fattevi ingannare, le foglie pungono…meglio non abbracciarlo) il cui termine deriva dal nome dei frutti le “coccole” di cui vanno ghiotti molti uccelli. Questa specie riveste un ruolo serio nella conservazione delle dune che colonizza perché con le radici ne previene l’erosione. 

Ma ciò che riempie la vista è il contrasto tra le acque azzurre e il bianco delle dune di “Is Arenas Biancas”. Vietato passarci sopra, anche se la tentazione è forte, in quanto costituiscono i serbatoio di sabbia da cui attinge naturalmente l’arenile nella stagione estiva, per riprendersi quello che le mareggiate invernali le hanno tolto. Le dune infatti sono uno degli elementi che partecipano alla conservazione della spiaggia. Senza di  esse in breve tempo non sapreste dove stendere i teli e posizionare l’ombrellone. 

La vista, l’olfatto, il tatto, l’udito e a fine passeggiata perché no, anche il gusto… Si! potremo chiamare questo percorso, dei “cinque sensi”, perché attraversare questi luoghi vi permetterà di utilizzarli tutti e noi vi suggeriamo di non risparmiarvi. 

Ringraziamo per la foto @simon_red_bass

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