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Non solo mare, la Sardegna è anche montagna.

La Sardegna nell’immaginario collettivo, fa pensare al mare, alle vacanze, al sole, alla tintarella ma difficilmente si pensa a questa regione come ad un posto in cui percorrere sentieri immergendosi nel verde. Niente di più sbagliato. Sebbene la percentuale del suo territorio realmente definibile montuoso, occupi solo poco più del 13% la restante porzione collinare e pianeggiante, nasconde percorsi insoliti, selvaggi e spesso attraversati solo dagli animali e da coloro che nel tempo ne hanno saputo preservare la sua natura incontaminata.

Una natura sovrana che invita al silenzio, all’ascolto e al rispetto. Chi va per sentieri si accorgerà delle differenze tra questi e quelli di altre regioni. Spesso poco battuti i tratturi, le mulattiere, gli antichi percorsi utilizzati dai carbonai, fanno fatica a rimanere ben segnati in quanto la vegetazione in breve tempo se li riprende, cancellando i segni del passaggio dell’uomo. La varietà morfologia dei paesaggi è garantita dalle diverse litologie che caratterizzano il territorio sardo mentre le uniche costanti sono i profumo delle essenze mediterranee, la mancanza di salite vertiginose, e la possibilità una volta arrivati in “alto”, se così possiamo dire, di ammirare il mare all’orizzonte.

Camminare è un’attività aperta a tutti, e consente di allontanarsi dal grigiore che si vive tutto l’anno verso un verde che fa sperare, dalle certezze di casa verso l’ignoto. Permette di divagare con i pensieri e di ritornare alla leggerezza primitiva che passo dopo passo ci riporta con i piedi ben radicati alla natura da cui veniamo.

L’Hotel Baia di Nora sorge ai margini del parco del Sulcis, all’interno del quale dal 2014 è stato istituito il Parco naturale Regionale di Gutturu Mannu e nei mesi meno caldi può essere un’ottima alternativa al mare. Il Parco il cui obiettivo è la tutela dell’ambiente e della promozione economica del territorio occupa 19.685 ettari, ed è inserita in una delle foreste più antiche ed estese del Mediterraneo: si tratta di 35.000 ettari di copertura vegetale senza soluzione di continuità, costituita da bosco, macchia-foresta e macchia alta di inestimabile valore naturalistico. Anche le specie faunistiche sono degne di nota, e tra le più rappresentative della fauna sarda troviamo il cervo, l’astore, il gatto selvatico e il geotritone.
Sull’area insistono anche tre oasi di protezione faunistica denominate “Gutturu Mannu – Monte Arcosu” “Piscina Manna – Is Cannoneris”  e “Pantaleo”.

Spesso nascoste tra a vegetazione, ad accrescere il valore dei percorsi, si trovano i resti di antiche civiltà nuragiche con ritrovamenti di massi megalitici e resti di utensili.

Tra i vari siti archeologici segnaliamo: Riu Bidd’e Mores di cui vi abbiamo parlato nelle news di settembre  2018 in montagna e archeologia, Is Antiogus dove sorge un insediamento risalente al periodo punico, Is Fanebas un antico villaggio nuragico esteso circa un ettaro, e composto da numerose capanne circolari e da un nuraghe e Is Pauceris. In molti di questi siti, che sorgono spesso  in prossimità di sorgenti o piccoli torrenti, si praticava il primordiale culto dei boschi e delle acque, e si sa, le antiche genti avevano la capacità di sentire meglio di noi le forze della natura, le aree con forte energia. Visitando questi luoghi ricordatelo e cercatela questa energia, perché sarà quella che vi richiamerà in Sardegna, ed è quella che noi reputiamo la responsabile del “mal di Sardegna“.

Una raccomandazione: non vi sfugga di rivolgervi a guide locali esperte. Infatti a causa della mancanza di segnaletica e di cime a cui fare riferimento è molto facile perdersi e non dimenticate una buona scorta d’acqua e delle scarpe adeguate.

Grazie per la foto a Riccardo Addis.

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